Comunicazione e Instagram


Abbiamo iniziato a utilizzare il blog per comunicare. E proprio per questo motivo siamo interessati a tutto ciò che si muove nell’ecosistema della comunicazione digitale. Ecco perché abbiamo seguito con molta attenzione quanto accaduto negli ultimi giorni dalle parti di Instagram (1).

Lo conosciamo bene tutti: è il popolare social network che aiuta milioni di persone a condividere gli scatti che documentano quando accade attorno a loro. Non proprio fotografie nel senso stretto della parola, quanto istantanee che raccontano il mondo di ogni singola persona che partecipa a questo racconto collettivo.
Bene, dopo l’annuncio di un prossimo cambiamento dei Termini di Servizio, Instagram si è trovato sotto il tiro incrociato delle celebrities che lo animano, così come delle persone comuni. Fino alla marcia indietro di queste ore, con l’amministratore delegato, Kevin Systrom, che ha pubblicamente dichiarato che le future regole di Instagram (2) terranno conto dei “feedback” degli utenti.

Ma facciamo un passo indietro per capire meglio la questione. A un certo punto, con una comunicazione a tratti poco chiara, l’azienda fa sapere che i contenuti pubblicati dagli utenti depotranno essere utilizzati per scopi promozionali. “Che vuol dire? Che faranno pubblicità con le foto di mio figlio?”, si chiede qualcuno che non ha letto bene la nuova proposta di regolamento. Ad ogni modo, e con qualche sensazionalismo di troppo, parte la levata di scudi contro l’azienda, costretta a ritrattare.
Come sappiamo, da qualche tempo Instagram è entrata nell’area di influenza di Facebook, dopo un’acquisizione che probabilmente ha suscitato più smorfie che cenni di approvazione. Da qui si può supporre che Instagram abbia superato la fase “età dell’innocenza” e ora, come tutte le altre properties di Facebook, il suo obiettivo principale sia monetizzare.

La cosa non è andata giù agli utenti e la loro reazione dimostra l’attaccamento emotivo che si è creato tra persone e piattaforme digital. L’iscritto medio è portato a considerare Instagram (come qualsiasi altro social network) un po’ casa sua, e questo costringerà le aziende che vogliono fare business sui canali digitali a prestare molta attenzione alla loro base.
Gli utenti si rendono sempre più conto dell’importanza dei propri dati personali e dell’utilizzo che ne viene fatto. In più, tollerano sempre meno che determinate informazioni, fossero anche uno scatto fotografico, siano utilizzate per scopi diversi da quelli per cui sono state fornite o prodotte. Per non dire del tema privacy, verso il quale c’è sempre più attenzione e preoccupazione.

Le strategie digitali del prossimo futuro dovranno tener conto di fattori “scontati”, come la creatività e la capacità di coinvolgere gli utenti in un percorso di co-creazione di senso ed esperienza. Ma guai a pestare i piedi alla privacy. Questo è l’insegnamento del “caso Instagram”. La comunicazione digitale del 2013 (e del 2014, 2015 ecc.) dovrà essere sostenibile, anche da questo punto di vista.

(1) http://it.wikipedia.org/wiki/Instagram
(2) http://blog.instagram.com/post/38421250999/updated-terms-of-service-based-on-your-feedback

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