La parola cliente nelle relazioni e nella comunicazione
Ha eliminato la parola “cliente” dal suo vocabolario aziendale. E ora il suo business è migliorato. Parola di John Boiler, amministratore delegato di 72andsunny, agenzia di marketing con sede ad Amsterdam e New York, e una base clienti solida. A tal punto che le parole di Boiler non sembrano l’ennesima suggestione del marketing contemporaneo, ma un prezioso consiglio valido in tutti i settori.
La scelta è maturata per caso. In modo molto naturale, il management dell’agenzia ha sempre usato i nomi di persona dei suoi interlocutori. Azienda dopo azienda, progetto dopo progetto, questa abitudine è diventata parte della cultura professionale dell’agenzia. E ora, dopo qualche anno di pratica, è venuto il tempo di una riflessione sui benefici di questa scelta.
La scelta è maturata per caso. In modo molto naturale, il management dell’agenzia ha sempre usato i nomi di persona dei suoi interlocutori. Azienda dopo azienda, progetto dopo progetto, questa abitudine è diventata parte della cultura professionale dell’agenzia. E ora, dopo qualche anno di pratica, è venuto il tempo di una riflessione sui benefici di questa scelta.
Relazioni
Innanzitutto ci sono stati miglioramenti nel rapporto con gli interlocutori. Usando il nome proprio ci si concentra sulla persona, e non sulla carica. Questo porta naturalmente a un rapporto più schietto, quasi di “partnership” su un progetto comune. Il passo verso una ritrovata qualità del lavoro è il passo successivo. Anche quando le cose si complicano, i brief vengono assimilati male, oppure la deadline è dietro l’angolo e il rischio di sbagliare si fa concreto.