Labari e Gonfaloni: tradizione ed innovazione con la stampa digitale
L’Italia dei Comuni, con le sue città indipendenti, fiere ed orgogliose, non ci ha lasciato solamente splendide costruzioni architettoniche e un passato ricco di storia ed eventi. Alcune tradizioni sono infatti giunte a fino a noi dal Medioevo. Stiamo parlando di labari e gonfaloni.
In cosa si distinguono labari e gonfaloni?
Queste due tipologie di vessilli si differenziano per alcune importanti caratteristiche.
I labari sono delle insegne generalmente quadrate, vessilli di un ente o un’associazione in genere. La loro installazione avviene fissandoli ad una barra perpendicolare all’asta verticale che ne garantisce il sostegno. Altra differenza è rappresentata dalle dimensioni più contenute rispetto ai gonfaloni. Quest’ultimi si attestano generalmente tra i novanta centimetri per centoquaranta e ottanta centimetri per centoventi; i labari, invece, hanno dimensioni più ridotte rimanendo contenuti entro i novanta centimetri per lato.
I Gonfaloni si distinguono inoltre per la forma rettangolare e per riportare stemmi ed insegne di Istituzioni quali Regioni, Province e Comuni.
I gonfaloni vengono impiegati per rappresentare queste istituzioni nelle manifestazioni più o meno ufficiali ai quali partecipano gli elementi più in vista del governo cittadino. La scelta delle immagini ricamate sul gonfalone non è casuale. Deriva, infatti, da una serie di decreti specifici emanati dai vari Presidenti della Repubblica Italiana che indicano dimensioni, colori e immagini rappresentate per ciascun comune italiano. L’utilizzo di labari e gonfaloni è regolamentato sopratutto dalle normative comunali che sono differenti da città a città. In alcuni casi, ad esempio, il gonfalone deve essere esposto nelle sale più importanti del Comune e portato da organi della polizia municipale o rappresentati dello Stato e solo su disposizione speciale del sindaco può essere affidato a terzi.
Come sono realizzati labari e gonfaloni?
L’antica tradizione medievale oggi è nelle mani di artigiani specializzati che effettuano ricami a macchina su sete pregiate, realizzando il disegno dell’insegna che decorerà i gonfaloni. All’occorrenza vengono aggiunti anche ulteriori elemento ai vessilli come fiocchi, frange, liste per il lutto, puntali o custodie per proteggere e riporre il gonfalone.
Dato che, al contrario dei gonfaloni, i labari sono appannaggio anche di associazioni come Università, Accademie e simili, i labari vengono utilizzati durante le cerimonie private di questi enti ed esibiti in occasioni particolari come fiere o, semplicemente, per creare nei propri iscritti un senso di appartenenza comune.
L’innovazione di labari e gonfaloni con la stampa digitale
Come precedentemente accennato, la realizzazione dei gonfaloni richiede tempo per la rifinitura e la personalizzazione con nastri e frange, ma soprattutto per il ricamo dei testi. Al giorno d’oggi con la sempre maggiore diffusione della stampa digitale si sono diffuse sempre di più delle lavorazioni alternative.
Studio Stands ha realizzato in più di un’occasione dei gonfaloni senza testo ricamato ma con una stampa sublimatica su tessuto a caldo. Nonostante non venga impiegata la seta, il prodotto ultimo non risulta affatto privo di valore. Studio Stands utilizza infatti uno speciale Tessuto Deluxe di 235 gr/mq per garantire una certa consistenza dell’elaborato. Infine la stampa su tessuto viene sottoposta a rifili e lavorazioni per impreziosire il gonfalone, come ad esempio l’applicazione di bordatura e frange dorate.
Non mancano aste in alluminio o ottone per inserire bandiere, gonfaloni e vessilli in genere in contesti istituzionali, per enti pubblici o religiosi. Le aste sono complete di puntali decorati a pomolo, con lance o emblemi, e possono essere fissate con supporti a muro o per mezzo di basi autoportanti.